Cardiologi Anmco: controllo colesterolo per prevenzione cardiovascolare

A Lipids in Rome gli esperti fanno il punto

In Italia ogni anno 230.000 persone muoiono a causa di malattie cardiovascolari, e circa 47.000 decessi sono attribuibili al mancato controllo del colesterolo. Una condizione che non riguarda esclusivamente la fascia di età più elevata poiché le stime epidemiologiche mostrano che la malattia si manifesta nel 73% nel sesso maschile e nel 43% di quello femminile già in età giovanile e nella mezza età. Il colesterolo rappresenta infatti uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il Sistema Sanitario Nazionale un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme. Ciò nonostante secondo le più recenti Linee Guida internazionali, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato. Il controllo del colesterolo, causa di sviluppo e crescita delle placche, è uno dei principali obiettivi della terapia mirata alla prevenzione cardiovascolare. Lipids in Rome, evento organizzato dall’ANMCO – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, nella sua seconda edizione riunisce a Roma esperti provenienti da tutta Italia per discutere, condividere, e confrontarsi sulle principali novità in merito a quella che è una vecchia sfida per la quale sono però disponibili nuove soluzioni. L’evento Nazionale si svolgerà il 22 e 23 Marzo presso il Centro Congressi Auditorium Aurelia in collaborazione con la Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi e con il patrocinio della più importante società scientifica cardiologica statunitense, l’American College of Cardiology. Fabrizio Oliva – Presidente ANMCO e Direttore Cardiologia 1 dell’Ospedale Niguarda di Milano – dichiara: “Nel corso dell’incontro l’attenzione verrà focalizzata sulla necessità di un trattamento precoce soprattutto dopo eventi acuti come l’infarto del miocardio. La comunità scientifica internazionale è infatti unanimemente concorde sul beneficio che può apportare l’impiego di farmaci ad alta efficacia somministrati quanto prima possibile in modo da evitare che i pazienti siano esposti ai rischi dovuti a livelli di colesterolo elevato. Negli ultimi anni grazie a studi osservazionali su larga scala che hanno incluso centinaia di migliaia di persone è stato dimostrato che quanto più a lungo gli individui sono esposti a livelli elevati di colesterolo tanto maggiore è il rischio di sviluppo e crescita delle placche aterosclerotiche con conseguente rischio di manifestazioni acute quali l’infarto. Per tale motivo le più recenti raccomandazioni formulate dagli esperti di tutto il mondo indicano l’importanza di utilizzare, dopo un evento acuto, non solo farmaci ad alta efficacia ma fin da subito una combinazione farmaci, se necessario includendo farmaci più innovativi come l’acido bempedoico o gli inibitori di PCSK9, cosi’ da aumentare la probabilità di successo della terapia e anche l’aderenza al trattamento ovvero il prosieguo nel tempo della terapia prescritta. Allo stesso modo quando gli elevati livelli di colesterolo sono conseguenza di malattie genetiche, e quindi presenti fin dalla più giovane età, per evitare i danni correlati alla persistente esposizione al colesterolo per numerosi anni, ovvero evitare lo sviluppo e la crescita delle placche, è necessario mettere in pratica un approccio simile, cioè, utilizzare subito farmaci potenti ed in combinazione cosi’ da favorire il mantenimento della terapia nel lungo tempo”. Furio Colivicchi – Past President ANMCO e Direttore Cardiologia Clinica e Riabilitativa dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma – sottolinea: “I due giorni di lavori sono l’occasione per discutere anche delle crescenti evidenze sulle novità all’orizzonte in termini di possibilità di ridurre il rischio cardiovascolare attraverso farmaci, come le piccole molecole di RNA (siRNA) o gli oligonucleotidi antisenso (OSA), in grado di modulare l’espressione di proteine che giocano un ruolo nel metabolismo dei grassi circolanti, con molecole che agiscono in maniera selettiva a livello del fegato. Questo tipo di trattamento ha il vantaggio di avere una lunga durata d’azione, quindi non richiedere una somministrazione quotidiana del farmaco e garantire in tal modo una maggiore aderenza alla terapia. Da circa un anno è a disposizione l’inclisiran, un farmaco che permette di ridurre il colesterolo cattivo in circolo attraverso iniezioni sottocutanee praticate due volte l’anno. Questo grazie al suo meccanismo d’azione del tutto innovativo ovvero riducendo l’espressione di una proteina che interferisce con la captazione del colesterolo plasmatico da parte delle cellule del fegato. La ricerca scientifica, sfruttando un meccanismo d’azione simile, ovvero di modulazione dell’espressione di proteine, sta sviluppando nuovi farmaci rivolti verso altri fattori che aumentano il rischio cardiovascolare e che possono essere responsabili di eventi acuti proprio come il classico colesterolo cattivo. Uno degli obiettivi dei farmaci in via di sviluppo è ad esempio la lipoproteina(a) che, quando è elevata, anche se si interviene efficacemente sul colesterolo cattivo in circolo, può favorire eventi acuti e potenzialmente invalidanti come l’infarto e l’ictus, ma anche la malattia di valvole cardiache come la stenosi valvolare aortica calcifica”. “Globalmente anche l’edizione 20224 di Lipids in Rome 2024 – conclude Colivicchi – sarà un’eccellente opportunità di aggiornamento in campo di gestione delle malattie cardiovascolari associate agli elevati livelli di colesterolo e altri lipidi nel circolo sanguigno, con uno sguardo alle promettenti ed innovative opzioni terapeutiche attese per il prossimo futuro”.


Fonte: askanews.it

Teva: 140 candidature da tutta Italia e 10 progetti finalisti

Un numero record di 140 candidature ricevute da tutta Italia conferma la grande partecipazione delle associazioni no profit all’edizione 2025 degli Humanizing Health Awards, il premio promosso da Teva Italia, azienda farmaceutica leader nel mercato, per valorizzare i progetti che mettono al centro la relazione di cura. Un risultato che, informa una nota, testimonia quanto il tema dell’umanizzazione della sanità sia oggi più che mai condiviso e sentito su tutto il territorio.

“Ogni anno, gli Humanizing Health Awards ci ricordano quanto sia prezioso il lavoro delle associazioni senza scopo di lucro che operano accanto a pazienti e caregiver con dedizione, ascolto e umanità – ha commentato Giordana Cortinovis, Marketing e Communication Director di Teva Italia. Quest’anno siamo stati colpiti non solo dal numero, ma anche dalla qualità e originalità dei progetti ricevuti, espressione di un Terzo Settore innovativo e vicino ai bisogni delle persone.”

Lanciato a marzo, il bando degli Humanizing Health Awards ha raccolto in poche settimane proposte da enti e associazioni che, ogni giorno, alleviano il percorso di cura di pazienti e caregiver. Dopo un’attenta valutazione dei 140 progetti da parte di quattro comitati interni – composti da una rappresentanza dei dipendenti Teva – e di un comitato esterno – composto da medici, farmacisti, giornalisti e rappresentanti del terzo settore – sono stati selezionati 10 progetti finalisti, 2 per ciascuna delle cinque categorie in gara: patologie oncologiche; patologie pediatriche; caregiver; salute mentale e malattie neurodegenerative; malattie croniche.

Il comitato esterno ha visto il coinvolgimento di figure autorevoli provenienti dal mondo medico, farmaceutico e giornalistico: Giampaolo Cerri, giornalista esperto di temi sociali; Andrea Fanzago, Presidente CSV Milano; Vassilis Martiadis, psichiatra presso l’ASL Napoli 1; Anna Carla Pozzi, Vicesegretario FIMMG Lombardia; Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia; Grazia Sances, neurologa della Fondazione Mondino; Giulio Sensi, giornalista specializzato nel Terzo Settore. I cinque vincitori – uno per ciascuna categoria – saranno decretati grazie alle votazioni di tutti i dipendenti di Teva Italia insieme, per la prima volta, a una rappresentanza di medici e farmacisti iscritti alla piattaforma TevaLab. Una scelta che arricchisce ulteriormente il valore del premio, coinvolgendo attivamente gli operatori sanitari che lavorano per migliorare la salute delle persone. I vincitori saranno annunciati nel corso della cerimonia ufficiale prevista a settembre. Teva Italia ringrazia di cuore le tante associazioni che hanno aderito all’iniziativa e si congratula con loro per l’impegno portato avanti quotidianamente nell’aiutare le persone durante il difficile momento della malattia.

Fonte: askanews.it

Dal 24 al 26 ottobre a Peschiera del Garda

Che tipo di risata hai? Spontanea, contagiosa o intenzionale? Potrai scoprirlo in occasione del V Congresso Italiano di Yoga della Risata, organizzato dal 24 al 26 ottobre a Peschiera del Garda (VR) dall’Istituto Italiano di Yoga della Risata, diretto dai Master Trainer Lara Lucaccioni e Matteo Ficara. Saranno tre giorni di formazione, giochi e risate, aperti a tutti, per scoprire la via più semplice ed economica al benessere.

Nel trentesimo anniversario della nascita di questa pratica, l’evento sarà un’esperienza corale, inclusiva e profondamente trasformativa, pensata per chi vuole crescere, connettersi e ispirarsi. Oltre 40 relatori condivideranno le loro esperienze di successo nelle varie applicazioni: ambito educativo (scuola e bambini), aziende, sociale (anziani), clinico e riabilitativo (malattie neurodegenerative, persone con disabilità, con disturbi alimentari e psichiatrici), spirituale e personale.

Protagonisti d’eccezione saranno i fondatori della pratica: il medico indiano dottor Madan Kataria e sua moglie Madhuri, che interverranno da remoto portando aggiornamenti mondiali su una disciplina basata sull’intuizione rivoluzionaria che tutti possono ridere anche in assenza di umorismo, con innumerevoli benefici terapeutici, comprovati da oltre 700 ricerche scientifiche.
Il Congresso 2025 si distingue per il respiro internazionale, con la presenza di alcuni dei più importanti ricercatori mondiali, tra cui il Master trainer australiano Merv Neal, con aggiornamenti anche dalla sua ultima pubblicazione sulla Oxford University Press, e Fatma Ozlem Ozturk, professoressa associata all’Università di Ankara. In anteprima verranno presentati anche studi e ricerche in corso in Italia.

Fonte: askanews.it

Mendola (CeliachiaFacile): supermercati usano senza glutine come prodotto-civetta

L’adozione da parte della Regione Sicilia della piattaforma Celiachia@RL e dei buoni spesa digitali è senza dubbio un enorme passo avanti – ma non solo per la Grande Distribuzione (GDO), anche i negozi specializzati aspettavano con ansia il nuovo sistema – i vantaggi che invece i celiaci avranno a fare la spesa nei supermercati sono tutti da verificare. “Recentemente – commenta in una nota Michele Mendola, referente regionale per la Sicilia dell’Associazione Italiana Negozi Celiachia (AINC ETS) e founder della community CeliachiaFacile, – su un quotidiano è apparso articolo che invita a preferire i supermercati con il nuovo sistema elettronico, sostenendo che vi sia una maggiore convenienza economica. In realtà, chi frequenta i supermercati sa bene che l’offerta di prodotti senza glutine è molto limitata e la convenienza finale è tutta da verificare”.

L’esperto sottolinea che finora i buoni cartacei hanno limitato fortemente la diffusione dei prodotti senza glutine nei supermercati. “La gestione dei vecchi buoni – spiega Mendola – era molto onerosa dal punto di vista amministrativo, la Grane Distribuzione preferiva non accettarli e vendere solamente quei prodotti che riusciva a trovare sottocosto”.

Con l’arrivo dei buoni digitali, tuttavia, la situazione potrebbe non cambiare: “Il problema di fondo – prosegue – è che i celiaci sono una categoria di consumatori poco appetibile per la GDO: rappresentano appena lo 0,44% della popolazione, in Sicilia ci sono 20mila intolleranti su una popolazione di quasi 4,8 milioni di persone. Per un numero così esiguo di persone, ogni supermercato dovrebbe offrire la variante senza glutine di ogni prodotto: pane, pasta, biscotti, dolci, surgelati, piatti già pronti, prodotti tipici e di stagione”.

I supermercati riescono certamente a offrire dei prezzi più vantaggiosi su quei prodotti gluten-free che rientrano in contratti di fornitura più ampio. “In quel caso potrebbero addirittura essere offerti a prezzi inferiori al costo. Ma questo vuol dire – osserva l’esperto, – che il senza-glutine viene usato come prodotto-civetta: il maxi-sconto serve a attirare il cliente nel supermercato, nella speranza che poi acquisti anche gli altri prodotti a prezzi normali. Sull’intero carrello, la differenza si riduce, quando non si azzera del tutto. Sicuramente, però, il celiaco deve accontentarsi di una gamma di prodotti molto standardizzata”.

Ma oltre alla varietà della scelta, “il vero punto di forza dei negozi specializzati – sottolinea il divulgatore, – è rappresentato dalla varietà della scelta, nella qualità selezionata e nella capacità del negoziante di indirizzare correttamente il cliente, servizi che la grande distribuzione non è in grado di offrire. Chi cerca qualità, attenzione e una scelta ampia e diversificata continuerà a preferire i piccoli negozi specializzati che rappresentano da sempre un punto di riferimento imprescindibile per il mondo senza glutine”. Nella maggior parte dei casi, chi apre un negozio di prodotti senza glutine è egli stesso intollerante, o ha un familiare celiaco . “Questa motivazione personale – osserva ancora Mendola, – si traduce in un servizio che va ben oltre la semplice vendita: il negoziante chiama ogni cliente per nome, conosce le sue preferenze, consiglia nuovi prodotti adatti alle esigenze specifiche, e tiene traccia delle prenotazioni personali, preparando anche anticipatamente la spesa per chi è di fretta”. I negozi specializzati inoltre diventano così luoghi di aggregazione e confronto, vere e proprie community dove i celiaci possono scambiare opinioni, ricette, consigli pratici. “I negozianti o le farmacie con reparti dedicati organizzano eventi anche informativi sulla celiachia, incontri con specialisti e degustazioni per presentare ai clienti nuovi prodotti e sensibilizzare la comunità locale” conclude il fondatore di CeliachiaFacile.

Fonte: askanews.it

FARMACIACENTRALE S.A.S. DR. MODAFFERI - VIA ITALIA 18 - 10036 SETTIMO TORINESE (TO) - P.iva 12552780010 - Privacy Policy - Cookie Law - Webdesign Fulcri Srl

SCOPRI
L’APP