Problemi ormonali almeno una volta nella vita per 3 persone su 4

Esperti SIE: ecco i dieci segnali per riconoscerli

Patologie diffusissime, come obesità, diabete, malattie della tiroide, infertilità, osteoporosi, sono tutte connesse ad alterazioni ormonali, che hanno tanti volti e che quasi tutti, prima o poi siamo destinati a conoscere. “Si stima che la probabilità che ognuno di noi, nell’arco della vita, abbia a che fare con un problema ormonale si aggiri intorno al 75% – dichiara Gianluca Aimaretti, presidente SIE e Direttore del Dipartimento di Medicina Translazionale (DiMET) dell’Università del Piemonte Orientale, che segnala, però, le rischiose lacune nella conoscenza -. La centralità del sistema ormonale fa sì che l’endocrinologo debba essere uno specialista competente su molteplici aree terapeutiche anche molto lontane fra di loro, eppure paga il prezzo di una scarsa consapevolezza del ruolo degli ormoni nel mantenimento della salute e in molte malattie, anche da parte della classe medica. Nonostante lo straordinario impatto sulla salute femminile e maschile, spesso ignorato e sottovalutato – sottolinea -, pochi conoscono il ruolo cruciale degli ormoni che resta misterioso per la maggior parte degli italiani, che non sanno come affrontare eventuali squilibri e a chi rivolgersi. Se infatti i sintomi di un infarto o di un ictus sono peculiari e facilmente riconoscibili, gli ormoni agiscono invece in maniera meno chiara ed evidente”.

Proprio per colmare questo gap informativo, in vista dell’Hormone Day, gli esperti SIE colgono l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della salute ormonale, con eventi divulgativi, visite gratuite e screening su tutto il territorio nazionale. Lo scopo è quello di far conoscere i campanelli d’allarme degli squilibri ormonali e promuovere piccoli azioni quotidiane che possano scongiurare la comparsa delle malattie di cui gli ormoni sono causa diretta o concausa, in linea con la Dichiarazione di Milano sottoscritta nel 2022 da 53 società endocrinologiche europee, associazioni di pazienti e altre organizzazioni, per indicare gli obiettivi primari di prevenzione, diagnosi e terapie delle patologie ormonali.

Gli ormoni sono i “registi” della nostra salute e regolano tutto quello che accade nel nostro organismo. Queste sostanze chimiche, prodotte dalle ghiandole endocrine, agiscono come messaggeri che, viaggiando nel circolo sanguigno, portano informazioni per regolare e coordinare le funzioni dei vari organi: sonno, fame, temperatura corporea, metabolismo, desiderio sessuale, tono dell’umore, crescita e sviluppo. Dagli estrogeni al testosterone, dall’insulina all’ormone della crescita, nel nostro organismo circolano più di 50 ormoni le cui variazioni possono fare da apripista a moltissime patologie. Il 30% delle malattie croniche e 1 tumore su 4 dipendono infatti da squilibri ormonali. I livelli degli ormoni oscillano non solo in base all’età, ma anche in relazione al tipo di alimentazione e ai cattivi stili di vita.

“Conoscere gli ormoni e la loro importanza, ma soprattutto mettere in atto strategie che possono aiutare a prevenire le tante malattie nelle quali c’è una componente ormonale alterata, significa incidere positivamente sulla salute dei cittadini – afferma Diego Ferone, presidente eletto SIE e Direttore Clinica Endocrinologica presso l’IRCCS Policlinico San Martino, Università di Genova -. Ridurre il più possibile l’esposizione agli interferenti endocrini contenuti in imballaggi di plastica, cosmetici e giocattoli. Fare in modo che tutti possano avere un adeguato introito di vitamina D, iodio e calcio, come viene richiesto nella Dichiarazione di Milano per esempio, significa far sì che si prevengano malattie come l’osteoporosi, le patologie tiroidee e alcuni disturbi metabolici, che assieme colpiscono, soltanto in Italia, 3 persone su 10. È altrettanto fondamentale la pratica regolare dell’esercizio fisico così da ridurre l’impatto di malattia a forte componente ormonale come l’obesità, i tumori, il diabete”.

Molti credono che gli squilibri ormonali siano legati soltanto al mondo femminile e che gli uomini non sperimentino gli effetti negativi di alterazioni simili nel loro organismo. Ma non è così perché esistono squilibri ormonali maschili con sintomi equiparabili a quelli femminili. Per questi motivi è importante essere consapevoli di come eventuali modifiche fisiche o psicologiche, che possono verificarsi durante tutto l’arco della vita, possono essere indice di squilibri ormonali e della necessità di rivolgersi subito allo specialista per individuare gli esami e il trattamento più adeguato. “I sintomi a cui porre attenzione, che possono mascherare problemi al sistema endocrino, sono variazioni inspiegate di peso, disturbi del sonno, cambiamenti nell’appetito, fragilità di unghie e capelli, stanchezza eccessiva, pelle desquamata, sete persistente, comparsa di depressione del tono dell’umore, calo del desiderio sessuale e infertilità – conclude Ferone -. In presenza di questi campanelli d’allarme è necessario rivolgersi allo specialista endocrinologo e può essere utile, su indicazione dello stesso, sottoporsi a esami di dosaggi ormonali”.


Fonte: askanews.it

Congresso organizzato dall’hub dell’Ateneo dedicato all’innovazione

Roma accoglie l’XIma “International Conference on Computational Bioengineering (ICCB 2025)”, uno dei più prestigiosi congressi internazionali dedicati alla bio-ingegneria computazionale. L’evento, giunto all’undicesima edizione, trasforma l’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM) in un hub globale della ricerca bioingegneristica, accogliendo oltre 130 tra scienziati, ricercatori e professionisti provenienti da tutto il mondo.

Il congresso è organizzato dalla UCBM Academy, hub dell’Ateneo dedicata alla crescita e allo sviluppo di nuove competenze nei campi della scienza, dell’ingegneria e della medicina. L’Academy si configura come un laboratorio di innovazione e formazione permanente, dove corsi di aggiornamento, master specialistici e attività di ricerca si integrano in stretta connessione con le esigenze delle imprese, della sanità e della società. ICCB 2025 diventa così non solo un evento scientifico di rilievo internazionale, ma anche un tassello chiave nel percorso con cui UCBM Academy consolida la sua missione di formare una nuova generazione di ricercatori e professionisti capaci di guidare l’innovazione.

Il programma scientifico combina la leadership accademica con relatori internazionali di primo piano: Alessio Gizzi (ERC Consolidator), Professore Ordinario della Facoltà Dipartimentale di Ingegneria, Emiliano Schena, Presidente del Corso di Laurea in Biomedical Engineering UCBM, e Loredana Zollo, Preside della Facoltà Dipartimentale di Ingegneria UCBM insieme a keynote speaker di fama mondiale, terranno lectio magistralis sui temi multidisciplinari avanzati coprendo vari ambiti della bioingegneria computazionale.

In aggiunta, oltre 100 ricercatori da 5 continenti presenteranno i propri studi nell’ambito di 13 minisimposi, selezionati attraverso un rigoroso processo di valutazione degli abstract da parte della commissione scientifica. Tra gli argomenti al centro del dibattito: modellazione dei sistemi fisiologici, biomeccanica teorica e computazionale, calcolo numerico, medicina personalizzata, robotica assistiva e riabilitativa, bioprinting 3D, intelligenza artificiale applicata alla medicina, nanomedicina, ingegneria neurale e interfacce uomo-macchina.

“Ospitare ICCB 2025 rappresenta per la nostra Università un riconoscimento della sua eccellenza scientifica e della capacità di coniugare ricerca avanzata e innovazione tecnologica”, afferma Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma: “UCBM Academy è lo spazio in cui formazione, ricerca e impresa si incontrano per discutere le frontiere più all’avanguardia della bioingegneria computazionale, dalla modellazione dei sistemi fisiologici all’intelligenza artificiale applicata alla medicina, fino al bioprinting 3D e alla robotica riabilitativa. La partecipazione di esperti e relatori internazionali ne rafforza il ruolo come hub interdisciplinare dove la ricerca scientifica apre nuove prospettive per lo sviluppo tecnologico e la trasformazione dell’innovazione in risultati concreti”.

“L’impegno per l’organizzazione del primo convegno internazionale di Bioingegneria Computazionale presso UCBM Academy ha preso avvio con la candidatura ufficiale (Bid to Host), presentata in occasione della decima edizione del 2013 alla prestigiosa TU Wien”, aggiunge il Prof. Alessio Gizzi, Ordinario di Scienza delle Costruzioni presso la Facoltà Dipartimentale di Ingegneria dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Direttore Scientifico dell’evento e vincitore del prestigioso ERC Consolidator Grant: “Nei due anni successivi, abbiamo lavorato con grande dedizione insieme ai co-chair e al Comitato Organizzatore Locale, con l’obiettivo di garantire un risultato di eccellenza sia sul piano scientifico che su quello organizzativo.

E’ stato un autentico lavoro di squadra, che ha permesso di raccogliere presso UCBM Academy alcuni dei più autorevoli esponenti di una comunità internazionale fortemente interdisciplinare, capace di coniugare scienza di base, ingegneria e medicina per promuovere l’avanzamento della conoscenza. Ci auguriamo che questo rappresenti solo il primo di una lunga serie di eventi scientifici ospitati presso UCBM Academy, capaci di consolidare un percorso di eccellenza nella ricerca”.

A corredo dei lavori scientifici, il congresso prevede anche momenti di networking e socialità, tra cui una cena di gala a Castel Gandolfo, che offrirà ai partecipanti un’occasione di incontro e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio. L’evento rafforza la posizione di UCBM Academy come HUB di grandi appuntamenti internazionali e rappresenta una vetrina importante per l’Italia nell’ambito della ricerca biomedica avanzata.

Fonte: askanews.it

Lavori coordinati in Italia dal prof. Ferdinando Squitieri

Sono stati pubblicati su Nature Medicine, una delle principali riviste mediche peer-reviewed al mondo, i risultati dello studio di fase 3 Proof-HD, coordinato in Italia dal prof. Ferdinando Squitieri, Responsabile Unità Huntington e malattia Rare dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza e Direttore Scientifico della Fondazione Lega Italiana Ricerca Huntington (LIRH).

La pubblicazione descrive dati che dimostrano come il trattamento con pridopidina – si legge in una nota della LIRH – abbia rallentato la progressione clinica nei pazienti affetti da malattia di Huntington che non assumevano farmaci antidopaminergici.

Il trattamento con pridopidina, emerge dall’articolo, ha rallentato la progressione clinica e mantenuto la funzionalità, la cognizione e le performance motorie nel sottogruppo di pazienti con malattia di Huntington in fase iniziale che non assumevano farmaci antidopaminergici (ADM). I farmaci antidopaminergici possono causare effetti collaterali non distinguibili dalla progressione della malattia e possono avere un impatto negativo sulle misure di esito clinico e confondere gli effetti correlati al trattamento in uno studio clinico.

Lo studio PROOF-HD non ha raggiunto i suoi endpoint (obiettivi) primari e secondari complessivi nei confronti dell’intera popolazione coinvolta nello studio, ma solo rispetto a questo specifico sottogruppo.

Questo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo rappresenta – a tutt’oggi – il primo e unico studio di Fase 3 sulla malattia di Huntington ad avere mostrato miglioramenti in tutti i domìni compromessi dalla malattia, mantenendo sempre un buon profilo di sicurezza.

Questa importante pubblicazione aggiunge peso alle prove a sostegno dell’approccio dell’agonista del recettore sigma-1 e dello sviluppo della pridopidina per il trattamento di malattie neurodegenerative come Huntington e Sclerosi Laterale Amiotrofica.

“E’ un lungo percorso iniziato nel 2007 e che purtroppo non ci permette ancora di avere questo farmaco disponibile in commercio”, dichiara Ferdinando Squitieri, coautore dello studio. “La Pridopidina potrebbe rappresentare una preziosa risorsa da associare alle terapie sperimentali innovative attualmente in programma. Il fatto che farmaci antidopaminergici coprano l’effetto positivo della Pridopidina fa riflettere sulle incongruenze nell’approccio clinico alla malattia di Huntington che in Italia viene ancora definita come “la còrea”, anche dagli stessi specialisti, che continuano ad identificare il singolo sintomo con la malattia, che invece è molto più complessa”.

Fonte: askanews.it

Da 27 settembre, 28 spettacoli in 9 teatri: coordina il Buratto

Il teatro come medicina per bambini e famiglie. Si potrebbe riassumere così “Sciroppo di Teatro Milano e dintorni”, che arriva in Lombardia per volontà di Fondazione di Comunità Milano, Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia e Teatro del Buratto in collaborazione con il Comune di Milano e il patrocinio di Regione Lombardia e Città Metropolitana di Milano.

Il progetto è fondato sull’alleanza tra Teatro e Pediatri, una sinergia sancita dal patrocinio riconosciuto da tre sigle dell’articolato mondo dei professionisti e delle professioniste della medicina per l’infanzia: SIP – Società di Italiana Pediatria; SiMPeF – Sindacato Medici Pediatri di Famiglia e ACP – Associazione Culturale Pediatri.

Dal 27 settembre 2025 ad aprile 2026 saranno 28 gli spettacoli della rete di “Sciroppo di Teatro Milano e dintorni”. Bambine e bambini dai 3 agli 11 anni e le loro famiglie potranno scegliere tra 28 spettacoli diversi per genere, tematiche e storytelling, diffusi in 10 Teatri di Milano, Cassano d’Adda, Corsico, Melzo, San Donato Milanese, Segrate e Vimodrone.

Durante una qualsiasi visita medica ai piccoli di casa i pediatri aderenti potranno “prescrivere” un pomeriggio a teatro. Lo faranno consegnando un libretto che contiene nove “ricette”, nient’altro che un voucher da presentare alla cassa del teatro per accedere in sala alla cifra simbolica di tre euro.

Il libretto, illustrato in modo elegante e delicato da Matteo Pagani, descrive anche gli effetti benefici del teatro proprio come farebbe il “bugiardino” di qualunque medicina. Grazie alla “ricetta” consegnata dai pediatri, centinaia di bambini e bambine potranno andare a teatro assieme ai loro accompagnatori. Il senso di Sciroppo di Teatro è valorizzare lo spettacolo dal vivo come “medicina” che cura e fa stare bene fin dall’infanzia, con una particolare attenzione verso chi ha minori opportunità.

Sciroppo di Teatro® è un progetto a marchio registrato: l’iniziativa – nata in Emilia-Romagna nel 2021 da un’idea di Silvano Antonelli e sviluppata da ATER Fondazione in collaborazione con gli Assessorati alla Cultura, al Welfare e alla Sanità della Regione Emilia-Romagna – approda ora a Milano con una proposta “tailor-made” che vede coinvolte due importanti fondazioni filantropiche milanesi e il Teatro del Buratto, qualificato come primo Centro di Teatro Ragazzi e Giovani della Città che, proprio nel 2025, compie 50 anni.

La rassegna prevede una stagione inter-teatrale composta da 28 spettacoli in programma dal 27 settembre – in occasione di Slash/Festival allo Spazio 89 di Milano – fino ad aprile 2026. Gli spettacoli si svolgeranno a Milano e in sei comuni dell’area metropolitana: Cassano d’Adda, Corsico, Melzo, San Donato Milanese, Segrate e Vimodrone. In questo modo non solo si raggiunge un territorio densamente abitato con bisogni diversi dal punto di vista sociale e culturale, ma si valorizzano i teatri “di zona” quali enzimi essenziali per la coesione della comunità e portatori di cultura capillare e accessibile.

Oltre al Teatro Bruno Munari gestito dalla Compagnia del Buratto, a Milano partecipano Spazio 89, ArteVOX Teatro e Spazio PimOff. In area metropolitana aderiscono al programma: Comteatro (Teatro San Luigi) a Corsico; TECA (Teatro Cassanese) a Cassano D’Adda; Teatro Trivulzio a Melzo; Cinema Teatro Massimo Troisi a San Donato Milanese; Ditta Gioco Fiaba/Teatrio (Teatro A. Toscanini-Cascina Commenda) a Segrate e Industria Scenica (Everest – Spazio Cultura) a Vimodrone. Ogni teatro parteciperà attivamente al progetto con tre spettacoli dedicati al pubblico di bambini e famiglie.

A maggio 2026 si terrà la festa conclusiva della manifestazione presso gli spazi interni ed esterni del Teatro Bruno Munari. Questo evento “è pensato come un momento di condivisione, divertimento per non dimenticare mai che il teatro è prima di tutto un luogo dove incontrarsi, pensare, condividere, fare comunità”.

Fonte: askanews.it

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